venerdì 11 febbraio 2011

Un cervello grasso è un cervello sano




Almeno questo è il motto del dottor Andrew L. Stoll, neuro-psichiatra e ricercatore al McLean Hospital di Belmont (Massachusetts, USA), che spiega in gran parte nel suo libro di successo "Il fattore Omega-3 " . Ha intrapreso ulteriori studi sulla terapia del disturbo bipolare e le malattie mentali, arrivando a una conclusione sorprendente: “ è uno dei disturbi di salute più complesso, pericoloso ed affascinante – e comunque una delle poche malattie che si verificano solo nelle persone.
La prevalenza di questa malattia suggerisce che non è una semplice mutazione casuale e sfortunata, ma è possibile che i geni coinvolti sono stati selezionati preferenzialmente nel corso dell'evoluzione. In assenza di disturbo bipolare, la nostra specie sarebbe nella migliore delle ipotesi, poco interessante, anche noiosa, nel peggiore dei casi, la razza umana non potrebbe sopravvivere a tutta la nostra storia evolutiva e problematiche sociali.

Il disturbo bipolare, caratterizzato da cicli alternati di malinconia e rabbia, particolarmente diffusa tra coloro che sono nelle posizioni di creazione o di gestione, ma anche in informatica, le biotecnologie, e della finanza. " Cercando di trovare una alternativa priva di effetti collaterali per la terapia farmacologica, il dottor Andrew L. Stoll ha scoperto che i “banali "omega-3 (acidi grassi polinsaturi) sono in grado di garantire un equilibrio stabile alle persone con attacchi di depressione o rabbia, ma anche con deficit di attenzione, nei processi di invecchiamento cerebrale ed in certe psicosi.

Sembra che siano essenziali per l'attività del cervello e funzionerebbero meglio se il rapporto tra omega-3 e omega-6 è 1:1. è ancora aperto il dibattito per trovare l'equilibrio perfetto tra omega 3 e omega 6.
Alcuni ricercatori e nutrizionisti suggeriscono che il perfetto rapporto tra omega 3 e omega 6 è 1:4 (si deve consumare una dose di acidi grassi omega 3 ogni 4 dosi di omega 6). Altri esperti invece dicono che un rapporto di 1:2 in favore dell’omega 6 (una dose di omega 3 per due dosi di omega 6). Mi sembra una giungla anche qui!!!

Il problema è che la dieta occidentale varia tra un rapporto di 1:10 e 1:20 in favore degli omega 6. Questo squilibrio è facilmente causato dall’eccessivo consumo di grano, cereali ed oli vegetali (sia nei nostri alimenti che nei mangimi somministrati agli animali per produrre di più, compresi quelli accordati per i pesci d'allevamento).
Quindi speriamo che si mettano più in fretta d’accordo sul giusto equilibrio tra gli omega 3 e 6, altrimenti non ci resta che trovare proprio noi il giusto equilibrio, sarebbe meglio!!!

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